Fagiolino

Il è una specie della famiglia delle Leguminose (come il pisello e la fava) ed è originario dell’America centro-meridionale.

Appartiene alla stessa specie del fagiolo (Phaseolus vulgaris), dal quale si differenzia per il tipo di utilizzazione: mentre nel fagiolo si usano a scopo alimentare solo i semi, freschi o essiccati, nel fagiolino la parte utilizzata è tutto il frutto (baccello), che viene raccolto quando i semi sono ancora immaturi.

Per questo motivo i fagiolini vengono anche chiamati mangiatutto, mentre i fagioli, dei quali si utilizzano solo i semi, sono definiti “da sgranare”.

Le varietà destinate alla produzione di fagiolini sono ormai ben differenziate da quelle che si utilizzano per ottenere i semi.

La pianta del fagiolino, la sua crescita e le sue esigenze ambientali sono molto simili a quelle del fagiolo, mentre le varietà e le tecniche di coltivazione sono diverse, anche se hanno alcuni punti in comune.

Com’è fatta la pianta

Il fagiolino è una pianta annuale a ciclo abbastanza breve: il primo raccolto si può avere già dopo 2 mesi.

Le parti utilizzate sono i frutti, chiamati baccelli o legumi, diritti e pendenti verso il basso; hanno una consistenza carnosa e sono di colore verde o giallo, a volte anche viola. Alcune varietà hanno il baccello leggermente incurvato, in altre sono presenti delle striature di colore diverso.

I baccelli sono lunghi fino a 20 cm e piuttosto sottili; contengono normalmente 4-6 semi, in casi eccezionali fino a 10.

I semi sono piuttosto piccoli, a forma ovale. Il loro colore è in genere bianco, poiché sono ancora immaturi quando si attua la raccolta.

Il fusto è erbaceo, di colore verde e di lunghezza diversa a seconda delle varietà: può andare da 35 cm nelle varietà nane fino a 2 m in quelle rampicanti più vigorose.

Le radici, le foglie e i fiori hanno le stesse caratteristiche di quelli del fagiolo.

La crescita

E’ analoga a quella del fagiolo.

Le esigenze ambientali

Sono analoghe a quelle del fagiolo.

Le varietà principali

I fagiolini si possono suddividere in 2 gruppi di varietà, che si distinguono in base alla modalità di sviluppo della pianta:

Fagiolini nani: sono piante basse, che hanno un’altezza che può andare da 35 a 50 cm. Per questo motivo possono essere coltivate senza sostegni. Le più importanti varietà di questo gruppo sono:

  • Cascade: varietà molto precoce e produttiva, con baccelli a sezione rotonda, leggermente arcuati, di colore verde; i semi sono bianchi. Non presenta filamenti.
  • Marconi nano: varietà abbastanza precoce e produttiva, con baccelli appiattiti, diritti, di colore verde scuro; i semi sono nerastri, piuttosto grossi e rotondi. Non presenta filamenti e resiste bene alle principali malattie.
  • Harvester: varietà tardiva e piuttosto produttiva, con baccelli a sezione rotonda, diritti, di colore verde medio; i semi sono bianchi. Non presenta filamenti e resiste bene alle principali malattie.
  • Tender crop: varietà precoce e abbastanza produttiva, con baccelli a sezione rotonda, diritti, di colore verde scuro; i semi sono bianchi. Non presenta filamenti e resiste bene alle malattie.

Fagiolini rampicanti: sono piante con fusto molto lungo, che supera 1 m e può raggiungere anche 2 m. Per questo motivo hanno bisogno di sostegni per favorire la loro crescita verso l’alto. Fanno parte di questo gruppo le seguenti varietà:

  • Anellino di burro: varietà piuttosto produttiva, con baccelli rotondi, di colore giallo.
  • Blue lake: varietà abbastanza precoce, con baccelli a sezione rotonda, lunghi, di colore verde-bluastro. I semi sono bianchi. E’ resistente alle principali malattie.
  • Meraviglia di Venezia: varietà tardiva, con baccelli appiattiti, piuttosto lunghi. I semi sono rotondi e piuttosto grossi, di colore bianco o grigio. Non presenta filamenti e resiste bene al caldo.

Il terreno

La preparazione del terreno destinato ad ospitare il fagiolino deve essere accurata.

Durante l’inverno che precede la semina, si effettua una vangatura a 30-35 cm, poi diverse zappature e rastrellature, finché le zolle risultano ben sminuzzate.

Per soddisfare il fabbisogno medio di una famiglia di 4 persone, sono necessarie circa 100 piante di fagiolini nani oppure 50 di fagiolini rampicanti.

Attenzione a …

Prima della semina, è necessario livellare perfettamente il terreno, eliminando tutte le buche, anche di piccole dimensioni, che possono essere facilmente riempite di acqua dopo una pioggia o in seguito all’irrigazione.

Il fagiolino infatti, come il fagiolo, non tollera il ristagno idrico.

Il posizionamento dei tutori per i fagiolini rampicanti

Per coltivare i fagiolini rampicanti bisogna, prima della semina, sistemare i sostegni, che vengono chiamati tutori, ai quali le piantine si attaccheranno durante la loro crescita.

I tutori più comunemente utilizzati sono gli stessi consigliati per la coltivazione del fagiolo.

La semina

Il fagiolino va seminato a primavera inoltrata, quando non c’è più il pericolo di improvvisi abbassamenti di temperatura durante la notte.

La semina si può effettuare dall’inizio di aprile alla metà di luglio nelle regioni meridionali, e dall’inizio di maggio fino a tutto agosto in quelle settentrionali.

Si possono anche effettuare semine scalari, a distanza di 10-12 giorni l’una dall’altra, per poter ottenere più raccolti successivi.

La semina può essere effettuata a righe, oppure a buchette (postarelle), alle distanze consigliate nella Carta di identità, che sono differenti a seconda che si tratti di varietà di fagioli nani o rampicanti.

Data la lentezza e le difficoltà nella germinazione caratteristiche di questa specie, bisogna sempre distribuire i semi a gruppi di 3-4, per evitare fallanze.

Se si vogliono ottenere raccolti precoci nelle regioni settentrionali, è possibile anticipare di circa 1 mese la semina, effettuandola però sotto protezione. A tale scopo si possono utilizzare delle campane di vetro o di plastica, che vanno collocate al di sopra del filare di piantine.

Se si decide di effettuare questo tipo di coltivazione, occorre scegliere una varietà di fagiolini nani. Le campane verranno poi tolte durante il mese di maggio, quando la temperatura, anche durante la notte, non scende al di sotto di 12 °C.

Ricorda

Dato che le piantine di fagiolino impiegano parecchio tempo per spuntare dal suolo, si può accelerare questa fase di crescita ricorrendo alla tecnica della pregerminazione.

I lavori da eseguire durante la coltivazione

Durante la crescita dei fagiolini è opportuno effettuare altri interventi, tra cui i principali sono:

  • La sarchiatura: è un’operazione che consiste nello zappettare in superficie il terreno tra le file delle piantine di fagiolino. Il suo scopo principale è quello di eliminare le erbe infestanti. Come effetto secondario, questa lavorazione smuove leggermente il terreno e di favorire l’infiltrazione dell’acqua.

Questa operazione va eseguita molto superficialmente, per evitare di danneggiare le radici secondarie, che in questa specie sono poco profonde.

Normalmente si eseguono 2 sarchiature, come per il fagiolo: la prima non appena la piantina emerge dal suolo, e la seconda 2 settimane più tardi.

  • La pacciamatura: questa operazione consiste nel collocare sulla superficie del terreno, in corrispondenza delle file di fagiolini, materiali come torba o paglia.

Lo scopo di questa operazione è di proteggere il colletto delle piantine, che è una parte molto delicata, dalle ustioni dovute al sole cocente, oltre a quello di ridurre l’evaporazione, e quindi la perdita di acqua, dal terreno.

  • L’ancoraggio dei fusti ai tutori. Questa operazione viene ovviamente effettuata solo per le varietà di fagiolini rampicanti, durante le prime fasi della loro crescita, ed è del tutto analoga a quella descritta per la coltivazione del fagiolo.

La concimazione

Mentre si esegue la vangatura, si può distribuire al terreno del letame o del compost, in ragione di 2,5-3 kg/mq, che copre circa la metà del fabbisogno di elementi nutritivi.

In alternativa, si possono utilizzare dei concimi chimici, distribuendo in quest’epoca circa 2/3 del fabbisogno indicato dalla tabella riportata a pag. 000.

La rimanente parte (1/3 del totale) va somministrata subito dopo la semina, spargendola sul terreno e interrandola con una leggera zappettatura. Il fagiolino si avvantaggia molto, durante le prime fasi della crescita, di questo apporto di concime.

L’irrigazione

Il fagiolino è una pianta mediamente esigente in fatto di acqua. L’irrigazione è necessaria, specie durante la stagione calda.

E’ necessario irrigare abbondantemente subito dopo la semina, e ripetere l’operazione più volte finché le piantine non sono ben attecchite.

Dopo di che bisogna sospendere l’irrigazione finché la pianta non fiorisce, poiché in questa fase della crescita un’abbondanza di acqua favorisce la crescita delle foglie a scapito dei fiori.

Dopo la fioritura, occorre riprendere l’irrigazione, e continuarla a intervalli regolari, di almeno 1 settimana, per tutta la stagione calda.

Il periodo di maggior fabbisogno idrico del fagiolino è in effetti compreso tra la fioritura e l’inizio della maturazione: ciò corrisponde alla fase durante la quale i baccelli si ingrossano piuttosto rapidamente.

E’ preferibile non bagnare direttamente le piantine, ma piuttosto il terreno negli spazi tra una pianta e l’altra: i fiori e i germogli del fagiolino sono piuttosto delicati e possono essere danneggiati dalla caduta dell’acqua sopra di essi.

In alternativa, si può scegliere l’irrigazione per infiltrazione laterale a solchi, che si effettua facendo scorrere l’acqua nei canaletti che sono normalmente presenti tra 2 aiuole vicine.

La raccolta

La raccolta dei fagiolini si esegue in epoche diverse a seconda della varietà e dell’epoca in cui è stata effettuata la semina.

I primi fagiolini, quelli delle varietà più precoci, che hanno un ciclo di coltivazione molto breve, sono pronti già 2 mesi dopo la semina.

I baccelli non maturano mai contemporaneamente sulla stessa pianta, per cui la raccolta è scalare. E’ bene effettuarla a intervalli regolari, di circa 1 settimana.

I fagiolini vanno raccolti quando sono ancora giovani e teneri, comunque sempre prima che i semi inizino a maturare.

Se si lasciassero più a lungo sulla pianta, i semi si ingrossano, sottraendo sostanze ai baccelli, che oltretutto diventano in questo modo filamentosi, cosa che fa scadere la loro qualità.

Il distacco dei fagiolini deve essere effettuato con delicatezza, ma in modo deciso: si afferrano i fagiolini con la mano e si dà un colpo secco verso il basso. In questo modo si evita di danneggiare la pianta.

Per individuare l’epoca ottimale per raccogliere i fagiolini bisogna tener presente che, se si considera la durata del ciclo di coltivazione, le varietà si possono dividere in 3 gruppi:

  • varietà precoci, che maturano in circa 2 mesi;
  • varietà medie, che si raccolgono dopo 3 mesi;
  • varietà tardive, la cui raccolta si esegue circa 4 mesi dopo la semina.

Il fagiolino e le altre piante

Consociazioni consigliate: lattuga e altre insalate, cavolo, spinacio

Consociazioni possibili: rapa, ravanello, pomodoro

Da evitare: aglio, finocchio, cipolla, pisello, fava

La conservazione

I fagiolini si possono conservare in frigorifero per 8-15 giorni alla temperatura di 4-5 °C.

In alternativa, si possono congelare per un periodo consigliato non superiore a 6 mesi.